Prefazione
Prologo. In una stanza buia. Dialogo tra la Filosofia, la Teologia e un Elettricista
I. Domande scomode. Perché facciamo quel che facciamo
1. La miseria della filosofia
2. Nulla è sacro per quelli che pensano?
3. Fede e ragioni
4. Filosofia e teologia, come uscire dallo stallo
5. La teologia, la fede e l’ordine delle credenze
6. Interno ed esterno
II. Pensare la fede per un mondo secolare
1. Che cosa ci salva
2. False piste e impossibili equilibri
3. Dov’è finita la fede dei nostri padri?
4. Il principio ‘rivelazione’ e la verità cristiana
5. Immaginare per credere
6. Conclusione
III. Il presente del nostro passato religioso
1. Ragionare di Dio in un’età secolare
2. Non c’è più religione?
3. Esitazioni
4. Un’altra svolta assiale?
IV. A due voci
Indice dei nomi di persona
Indice ragionato dei temi
Prefazione
Il testo che il lettore ha sotto gli occhi è il frutto di un lungo percorso comune. I due autori, un filosofo e un teologo, operano ormai da dieci anni fianco a fianco in un centro di ricerca che ha fra i propri compiti istituzionali quello di studiare il fenomeno religioso coniugando esperienza e mediazione riflessiva: avendo cura, cioè, di non ridurlo ad altro da sé, snaturandolo o liquidandolo, ma senza per questo assumere acriticamente la verità di una delle interpretazioni che dell’esperienza del sacro sono state date nel corso dei secoli dalle varie religioni storiche.
Inutile dire che il compito non è semplice, né univoco. Le difficoltà non derivano solo dalla circostanza innegabile che qualsiasi religione degna di questo nome deve fare i conti con una dimensione sovraempirica che sembra esigere una qualche forma di affidamento extrametodico o di sensibilità sui generis (circostanza che spiega gli appelli rituali all’ateismo metodologico così frequenti fra gli studiosi ‘laici’ che indagano questo ambito dell’esperienza umana). In aggiunta a ciò, vi è il fatto che in un’età secolare quale quella che l’Occidente sta sperimentando, con alterne fortune da più di due secoli, sono l’intero lessico e il repertorio concettuale con cui è stato tradizionalmente compreso il fenomeno religioso che necessitano di una continua manutenzione e affinamento.
L’idea di scrivere un libro a quattro mani è nata proprio dall’esigenza di fare il punto della situazione: prendersi una pausa, sollevare gli occhi dagli strumenti di lavoro molto specifici e provare a sorvolare con uno sguardo d’insieme il proprio campo di studi. A ben vedere, non c’è modo migliore per uno studioso o studiosa che voglia fare un bilancio sullo stato di avanzamento della propria ricerca che sforzarsi di scrivere un libro per lettori curiosi ma non specialisti, un libro idealmente per tutti. Molto spesso, infatti, quando ci si rivolge ai propri pari, ai membri accreditati della comunità disciplinare a cui si appartiene, si danno troppe cose per scontate, fatti e concetti di cui magari si ha una comprensione intuitiva, ma nei quali finiscono per essere sommersi tutti quei dettagli, talora assai problematici, che possono venire a galla solo grazie a uno sforzo di esplicitazione e di formulazione del noto...
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