Come i prigionieri trentini in Russia divennero italiani (1914-1920)
Il libro ricostruisce le vicende dei soldati trentini che, arruolati dall’esercito austro-ungarico durante la Prima guerra mondiale, caddero prigionieri sul fronte russo. La Russia zarista, nel tentativo di sfruttare le divisioni nazionali dell’Impero asburgico, propose loro di dichiararsi cittadini italiani e di essere inviati in Italia per combattere contro la loro vecchia patria. Dal 1916 il governo italiano accolse parzialmente questa strategia e inviò una Missione militare in Russia per il recupero di questi italiani irredenti. Tali politiche generarono numerosi dubbi e riflessioni nei trentini, che fino ad allora si erano riconosciuti principalmente in una piccola comunità corrispondente al loro paese o al massimo alla regione. Alcuni, attraverso l’esperienza della prigionia e dell’arruolamento nei Battaglioni neri schierati contro i sovietici, acquisirono un forte senso di appartenenza italiana e andarono poi a costituire lo zoccolo duro del regime fascista nel Trentino italiano. Altri invece, sfuggiti ai processi di italianizzazione dei campi di prigionia, rimasero fedeli, più che agli Asburgo, alla propria piccola patria trentina. La ricerca è basata sull’analisi di decine di diari e memoriali scritti dagli stessi soldati: questi documenti riportano le avventure quasi epiche dei prigionieri che conobbero tanto la campagna russa quanto il freddo siberiano, tanto il regime nato dalla Rivoluzione d’ottobre quanto le strane usanze delle popolazioni asiatiche incontrate nel viaggio di ritorno. Da tutti emerge il ruolo della religione cattolica come elemento centrale delle identità personali e collettive, e come bussola per orientarsi nell’incontro con l’altro.
INTRODUZIONE: A cosa servono gli anniversari?
1. Una storiografi a europea?
2. Un movimento nazionale trentino?
3. Un’anabasi e tre catabasi
CAPITOLO PRIMO: Dire addio alla patria
1. Scritture personali
2. La chiamata dell’imperatore: mobilitazione e tristezza
3. L’esperienza della violenza
4. Il dilemma della cattura
5. Un «vero calvario»
6. Il campo della fame
7. Dove andavano a fi nire gli italiani
CAPITOLO SECONDO: «Tornare al proprio posto»
1. «La scelta degli elementi buoni»
2. «Qua si tratta di scappare dalla morte»
3. Campi di auto-educazione patriottica
4. «La nostra fede»
5. Giornalismo e memoria
CAPITOLO TERZO: Fare il giro del mondo
1. Dannose infl uenze e preparazione degli animi
2. «Una docia fredda»: l’incertezza verso la proposta italiana
3. «Ma perché non ci informano meglio?»: conversioni all’italianità
4. «Il loro supremo desiderio di combattere per l’Italia»
5. «Quasi mi pento di aver fi rmato quel maledetto foglio»
CAPITOLO QUARTO: «Tornare al paesello nativo»
1. «Escluderli dal vettovagliamento caldo, freddo e del tè»
2. «E allora potremo gridare viva L’Austria»
3. «Traditi e angariati da quelli stessi che a parole si proclamavano i protettori dei poveri»
4. «Individui sospetti e pericolosi»
CONCLUSIONI: Chiesa e patria
1. Osservazioni partecipate
2. «De religion i è Ortodossi / Superstizion fi n en tei ossi»
3. Dall’alto e dal basso
Bibliografia
Indice dei nomi
Simone Attilio Bellezza collabora con le Università di Trento e del Piemonte Orientale, dove insegna Storia dell’Europa orientale. Si occupa principalmente di storia dell’Ucraina.