Alcide De Gasperi e la stabilizzazione della Repubblica 1948-1954
Il periodo della vita di De Gasperi che si apre con la vittoria alle elezioni del 18 aprile 1948 segna senz'altro l'apogeo dello statista trentino. Viene infatti portato a termine quel disegno di "stabilizzazione" della democrazia repubblicana che aveva avuto in mente prendendo in mano le redini del governo. Lo statista trentino affronta alcuni nodi importanti, soprattutto sul versante della politica estera: l'adesione al Patto atlantico e il lavoro per un avvio di cooperazione europea. Sono entrambe scelte decisamente "occidentali", costruite con decisioni che trovano perplessità, ed anche vere e proprie opposizioni all'interno del mondo cattolico, anche in quello dei vertici ecclesiali. Accanto a questo De Gasperi deve tornare sul fronte interno, vuoi per il suo scontro coi dossettiani intorno alla questione del ruolo del partito, vuoi per la necessità di gestire una difficile crisi economica fra il 1949 e il 1950, che metterà in discussione le sue visioni circa la stabilizzazione. In queste già complicate circostanze lo statista trentino affronterà il nodo centrale della collocazione del suo partito. Egli non accetta l'idea di un partito spostato su un piano di puro "avanguardismo" sociale, ma allo stesso tempo rifiuta di vederlo destinato al semplice ruolo di perno di alleanze con le destre post-fasciste (come pure gli era richiesto da una parte delle gerarchie ecclesiastiche). Sarà un passaggio difficile, che logorerà lo stesso carisma di De Gasperi, sino a portarlo all'amara esperienza del suo ultimo anno di vita.