Repubblica per contratto

Bologna: una città europea nello Stato della Chiesa

Angela De Benedictis


Collana: Monografie
Numero: 23
Editore: il Mulino
Città: Bologna
Anno: 1995
Pagine: 481

Cartaceo

ISBN:978-88-15-05127-9

Libro

Quando nel febbraio del 1831, col pensiero volto alle parigine «giornate di luglio» dell’anno precedente, i rivoluzionari moderati di Bologna dichiarano la perpetua emancipazione di fatto e di diritto dal governo temporale dei papi, le ragioni che ne vengono presentate alla cittadinanza attraverso gli organi di stampa e nel proclama del governo provvisorio insistono tutte sulla legittimità storica e giuridica dell’evento. Dal 1447 al 1796 la città era stata sì parte dello Stato della Chiesa, ma si era governata come repubblica sulla base del contratto bilaterale inizialmente stipulato col pontefice Niccolò V e riconosciuto dai suoi successori. Se Bologna vuole ora tornare al precedente stato di libertà e di indipendenza, lo può fare a diritto poiché il puro fatto e la violenza su cui si è basato il recente dominio pontificio sono incompatibili con i principi del diritto pubblico riconosciuti dalle nazioni civili. È questo allo stesso tempo il momento finale ed il problema iniziale di una ricerca che ha inteso ricostruire, sull’analisi di fonti documentarie ed archivistiche e nella costante comparazione con gli altri stati italiani ed europei, una vicenda di lunga durata politica e culturale insieme, insomma di storia costituzionale, di una città in uno Stato.
Il punto di osservazione è quello della città, che in più occasioni è costretta dall’iniziativa politica sovrana a riflettere sulla natura del suo legame con il pontefice e portata ad orientare in conseguenza l’attività delle sue istituzioni. Pensiero e prassi riconoscono continuamente l’obbedienza al sovrano pontefice: ma la concezione del potere cui si fa riferimento considera come precipuo dovere del buon principe quello di governare col consenso del Senato patrizio rappresentante la città, non quello di comandare. Nelle argomentazioni dei giuristi che come avvocati del Senato ne difendono i diritti a partecipare al governo di Bologna e del contado si costruisce anche l’interpretazione repubblicana e contrattualistica della storia della città come prova della giustezza delle sue ragioni. Attraverso questi temi si snoda una vicenda storico-costituzionale costantemente percorsa, pur nelle ovvie diversità fattuali di un periodo lungo quattro secoli, dai problemi politici - e quindi anche storiografici - dell’occidente: la sovranità ed i suoi limiti, il diritto di resistenza, lo Stato moderno, le autonomie, il federalismo.

Indice

Introduzione
1. Problemi concettuali e storiografici
2. «A beneficio della città e a conservazione dello stato». I capitoli per governare col consenso (1447-1511)
3. Obbedienza al pontefice e ragioni della città (1513-1590)
4. Fedeltà cittadina e difesa delle libertà (1591-1651)
5. Assolutismo, riforme, rivoluzione
Considerazioni in fine
Fonti e letteratura
Indice dei nomi

Autori

Angela De Benedictis è professore associato di Storia moderna ed insegna Storia degli antichi stati italiani presso l’Università di Bologna. Oltre a saggi apparsi in miscellanee e riviste italiane e straniere, ha pubblicato «Patrizi e comunità. Il governo del contado bolognese nel Settecento» (Il Mulino, 1984), ed ha curato «Sapere e/è potere. Discipline, dispute e professioni nell’Università medievale e moderna. Il caso bolognese a confronto, III: Dalle discipline ai ruoli sociali» (Comune di Bologna Istituto per la Storia di Bologna, 1990), nonché, insieme a Ivo Mattozzi, «Giustizia, potere e corpo sociale nella prima età moderna. Argomenti nella letteratura giuridico-politica» (Clueb,1994).

Parole chiave

  • Politica
  • Sec.15.-18.
  • Bologna
  • Stato della Chiesa
  • Governo

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