Feste di strada, violenza e panico morale nella Repubblica di Venezia nel Rinascimento
| ISBN: | 978-88-15-39471-2 |
Da tempo si assiste a una criminalizzazione delle feste di strada, a cui si sono affiancate disposizioni legislative che mirano a reprimere i «raduni pericolosi» a scopo di intrattenimento in luoghi pubblici e privati. Tuttavia, questi raduni rispondono a un’esigenza di socialità e contribuiscono ad animare i centri urbani italiani, colpiti da un progressivo spopolamento. Questo libro si interroga sulle radici storiche dell’avversione verso i raduni festivi e le riscopre nella Repubblica di Venezia del Rinascimento. Fenomeno rimasto a lungo «senza storia», la festa di strada era parte integrante della vita quotidiana nelle città venete e suscitava forme di «panico morale», fomentato dalle autorità ecclesiastiche e secolari. Riscoprire questa storia perduta invita a riflettere sull’opportunità di sacrificare importanti occasioni di socializzazione e partecipazione alla vita pubblica in nome della sicurezza e della quiete.
INTRODUZIONE
1. Gli sguardi sulla festa
2. Dal rituale alla folla
3. La paura della folla e il panico morale verso i raduni festivi
CAPITOLO PRIMO: La paura della folla tra Quattro e Seicento
1. Il popolo come folla
2. La folla degli altri: i migranti
3. La «feccia della plebe»: poveri, ambulanti e bocche inutili
4. La folla criminale: vagabondi, banditi, bravi
5. Le folle occulte ed eversive: sette e conventicule
CAPITOLO SECONDO: La pericolosità dei raduni festivi
1. La paura del raduno festivo
2. Contaminazioni morali
3. Contaminazioni fisiche
4. I suoni pericolosi: la musica irregolare
5. Leader e catalizzatori: musici corrotti e incantatori
6. «Si è volto questo mondo sotto sopra»
CAPITOLO TERZO: «Batizare» il raduno festivo spontaneo. Tempi e spazi
1. La festa spontanea come esperienza quotidiana
2. Festa spontanea o passatempo?
3. Dal rituale collettivo alla folla dei festanti
4. L’ethos festivo, ovvero il governo della folla sull’individuo
5. Il raduno festivo e il governo dello spazio pubblico
6. Gli spazi urbani di riunione festiva
7. Chiese
8. Palazzi e abitazioni
9. Osterie, bastioni e magazzini da vino
CAPITOLO QUARTO: Nella folla. Ethos festivo e violenza
1. Fra trasgressione liberatoria e atteggiamento misurato
2. Le leggi della danza
3. Governare l’amore: il corteggiamento e il comportamento di genere
4. Orgoglio: il «tuor su» e il «capo di ballo»
5. Sequenze emozionali: dal corteggiamento alla violenza
6. La vergogna al ballo: «dedecus est magnum tripudiare male»
7. Ballerini respinti. Umiliazione e violenza di genere
8. Il lupo alla festa
9. Giusto sdegno: furore controllato
10. «Odio mortale»: il nemico alla festa
11. Violazioni strategiche: ferire l’orgoglio degli altri
12. Dall’individuo al gruppo: umiliazioni condivise
13. Lotte tra fazioni: agguati e omicidi
14. I balli come sorgenti dell’inimicizia
CAPITOLO QUINTO: Panico morale e repressione dei raduni festivi
1. La pericolosità dei raduni festivi
2. Le leggi contro le feste
3. I raduni festivi tra permissione e divieto
4. Armi, feste e sette armate
5. Peste e raduni festivi
6. La folla e la musica: mazzieri, musici e ballerini
7. Massari, merighi, vicari
8. Il sistema delle licenze
9. Lo scandalo delle feste tra ordine pubblico e morale
10. Un moralista in azione
CONCLUSIONI: Ritrovare la festa scomparsa
Fonti e bibliografia
Indice dei nomi di persona
Indice dei nomi di luogo
UMBERTO CECCHINATO è uno storico sociale e culturale specializzato nei rapporti tra cultura festiva, performance musicali e violenza nell’Italia medievale e moderna. Attualmente è ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento e affiliated fellow dell’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler.