Libro
A lungo le autobiografie sono state guardate con sospetto dagli storici. Eppure la memoria autobiografica è uno strumento capace di rendere conto della molteplicità delle esperienze e della singolarità di ogni destino individuale. Il volume propone una lettura della società italiana dell'Ottocento a partire dalle narrazioni autobiografiche. Come si definiva il rapporto tra racconti autobiografici, percorsi individuali e spazio sociale? Quali caratteristiche doveva avere una vita per poter diventare un'autobiografia? In che modo gli autori selezionavano ciò che era importante e ciò che non era importante scrivere di una vita? Partendo da uno dei problemi centrali della storiografia, quello del rapporto tra individuo e società, si analizzano i modi in cui gli individui hanno raccontato le loro traiettorie geografiche, sociali e culturali attraverso le vicende di un paese in formazione. Materia di questo libro è la straordinaria ricchezza delle risposte che le autobiografie italiane dell'Ottocento hanno cercato di dare ai problemi generali del vivere: il rapporto tra interiorità e riconoscimento pubblico, l'intreccio tra eventi biografici ed eventi storici, il fluire del tempo, gli affetti, il valore individuale, il significato del proprio essere passati nel mondo.
Indice
1. Lo spazio dell’autobiografia
2. Figure di autobiografi
3. L’autobiografo nel mondo
4. Lo spettro del raccontabile
5. «Animal laborans»
6. Autobiografia e storia
Autori
Luisa Tasca ha conseguito il dottorato in Storia presso l'Istituto Universitario Europeo a Firenze. Le sue ricerche riguardano in particolare la storia del costume civile e dei processi culturali dell'Italia nel XIX secolo.
Parole chiave
- Italia
- Sec.19.
- Autobiografie e memorie