Il territorio trentino nella storia europea IV

L'età contemporanea

Andrea Bonoldi, Maurizio Cau (edd)


Collana: FBK Press
Numero: 5
Editore: FBK Press
Città: Trento
Anno: 2011
Pagine: 263

Cartaceo

Prezzo: € 27,00
ISBN:978-88-905389-4-0

Acquista 

Libro

Volume VI. L'età contemporanea
Nazionalismo e localismi, dittatura e democrazia, guerre devastanti e grandi progressi tecnico-scientifici, rivoluzioni e restaurazioni, sviluppo e crisi, passioni ideologiche e individualismo: l’età che comprende il “lungo Ottocento” (1789-1914) e il “secolo breve” (1914-1989) si caratterizza per un intreccio di profonde contraddizioni. Contraddizioni che si riflettono anche sulla vicenda storica dell’area corrispondente all’attuale provincia di Trento, che può essere compresa pienamente solo confrontando le sue specificità – terra di montagna e di confine, a cavallo tra due culture – con i grandi movimenti della storia internazionale.

Indice

Introduzione
I. Il Trentino nella monarchia asburgica (1848-1918) 
La questione trentina e il Quarantotto: profili costituzionali
Dalla Costituzione al neoassolutismo 
La causa italiana e la nuova Dieta: 1859-1866 
La questione nazionale e i processi di costruzione identitaria
L’evoluzione della vita politica tra i due secoli 
La Grande guerra
II. Le ragioni dell’arretratezza 
Alcuni indicatori 
Il peso di un’agricoltura tradizionale 
Manifattura e terziario: crisi e segnali di cambiamento 
Le risposte: emigrazione, intervento pubblico, cooperazione
III. Cultura e società in un territorio di frontiera 
La Chiesa trentina tra clericalismo, laicismo e questione nazionale 
Il sistema scolastico  
L’associazionismo nazionale 
Un ambiente culturale di frontiera
IV. L’annessione all’Italia, la dittatura, la guerra (1919-1945) 
Un nuovo inizio: l’annessione all’Italia e la riorganizzazione politica del Trentino 
Dalle battaglie per il decentramento all’affermazione del fascismo
Il fascismo trentino tra consenso e dissenso 
La guerra, la caduta del regime e i 600 giorni dell’«Alpenvorland»
V. Crisi e segnali di mutamento 
Alcuni indicatori 
I danni della guerra, i problemi della pace 
La dinamica dei settori produttivi tra dopoguerra e Grande depressione 
L’economia trentina tra crisi e autarchia
VI. Tra modernità e omologazione: il panorama culturale tra le due guerre 
La ripresa dell’attività culturale nella nuova cornice nazionale 
La complessa conciliazione con la modernità 
Forme della cultura popolare
VII. La costruzione dell’autonomia (1946-1972) 
Dal Cnl ai partiti: la fine della guerra e la nascita dell’egemonia democristiana
L’autonomia imperfetta: progetti e realizzazioni
Dalla Regione alle Province: tra «Los von Trient» e «Pacchetto»
La Provincia di Trento negli anni di Kessler
VIII. Le ragioni dello sviluppo 
Alcuni indicatori 
Il dopoguerra e l’intervento della Regione 
Gli anni Sessanta: una nuova politica di sviluppo 
Verso un’agricoltura di mercato 
La parabola dell’industria 
L’ascesa del terziario
IX. Verso la sprovincializzazione dell’ambiente culturale trentino 
La ripresa del dibattito culturale 
Una nuova stagione per il mondo culturale trentino 
La cultura popolare

Autori

Andrea Bonoldi insegna Storia economica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento.

Maurizio Cau è ricercatore presso l’Istituto storico italogermanico della Fondazione Bruno Kessler di Trento.

Parole chiave

  • Trentino
  • Storia
  • Sec. XIX-XX

Anteprima

Introduzione

Nazionalismo e localismi, dittatura e democrazia, guerre devastanti e grandi progressi tecnico-scientifici, rivoluzioni e restaurazioni, sviluppo e crisi, passioni ideologiche e individualismo: l’età che comprende il «lungo Ottocento» (1789-1914) e il «secolo breve» (1914-1989) si caratterizza per un intreccio di profonde contraddizioni. Contraddizioni che si riflettono anche sulla vicenda storica dell’area corrispondente all’attuale provincia di Trento, che può essere compresa pienamente solo confrontando le sue specificità – terra di montagna e di confine, a cavallo tra due culture – con i grandi movimenti della storia internazionale. Perché se mai il territorio trentino fu isolato e autosufficiente rispetto a quanto si verificava intorno, stringendo costantemente scambi economici e rapporti politici e culturali con le regioni circostanti, è soprattutto a partire dalla metà dell’Ottocento che la dialettica tra «locale» e «globale» diventò particolarmente serrata.

Il 1848 segnò in Europa l’emergere di una nuova immagine di stato-nazione, in cui lo spazio politico e quello etnico-culturale tendono a coincidere e l’azione dello Stato viene legittimata sulla base di un crescente coinvolgimento dei cittadini nella sfera decisionale. Le Costituzioni, il rafforzamento delle istituzioni parlamentari, la nascita dei partiti politici, il ruolo della pubblica opinione giocano in questo senso un ruolo importante.

Al contempo, la seconda metà dell’Ottocento vide la prepotente espansione dell’economia di mercato e del processo di industrializzazione, che venne a scardinare equilibri consolidati ma anche a offrire nuove straordinarie opportunità di miglioramento del benessere materiale.

Queste dinamiche generali trovano riscontro, magari implicitamente, anche nella percezione diffusa della storia trentina di questo periodo, non di rado declinata prevalentemente in chiave localistica, che pare segnata soprattutto da tre concetti di fondo: «autonomia», «sviluppo» e «modernizzazione».

Con il primo termine si intende il lungo e sofferto processo di realizzazione di una forma estesa di autogoverno territoriale all’interno delle organizzazioni statuali. Nella monarchia asburgica, tale aspirazione non si concretizzò anche perché finì per esser parte dell’intricata questione del confronto tra le nazionalità: riconoscere nell’ambito del Land Tirolo spazi di autonomia a un territorio di confine che aveva caratteristiche linguistiche e culturali specifiche, avrebbe potuto costituire un rischio per gli equilibri interni dello Stato danubiano. ...
Leggi l'estratto