La ricerca muove da una fonte particolarissima, e cioè dalle annotazioni apposte da Johannes Hinderbach a margine dei testi appartenuti alla sua biblioteca. Come forma di scrittura autobiografica, tali glosse permettono di rivisitare un personaggio noto soprattutto per la persecuzione degli ebrei di Trento, ma di notevole rilievo come intellettuale, diplomatico e uomo di Chiesa.
Nella prima parte del volume si ripercorre la sua vita di studente alle università di Vienna e Padova, di consigliere e segretario al servizio dell’imperatore Federico III, di vescovo e principe di Trento. Le vicende di Hinderbach diventano l’occasione per illuminare un’intera epoca; l’età postconciliare, l’elaborazione di nuove strutture nell’impero, il papato dopo la Prammatica sanzione e i concordati con i principi, il sistema delle carriere e dei benefici ecclesiastici vengono filtrati attraverso la sua esperienza di protagonista, recuperando, grazie ai marginalia, il calore e l’immediatezza del «vissuto». Le note marginali, però, si prestano a un’indagine ulteriore, poiché in esse si sedimenta un modo di pensare, di ricordare la storia individuale e collettiva, di vivere la propria fede e il proprio tempo; l’autore vi si rivela nella sua soggettività, nell’atto di organizzare il pensiero, di esprimere l’emozione e il ricordo. Di qui i temi affrontati nella seconda parte: memoria, lettura e scrittura, peccato e verginità, scrupulositas e solitudine, timore e redenzione. Dalle note marginali e «liminari» affiorano cosi la coscienza e il «sé» affidati alla scrittura e alla memoria, divenuti essi stessi scrittura e memoria.

Daniela Rando è professore di Storia medievale all’Università di Trento. Si occupa di storia politico-religiosa e di storiografia comparata, con particolare attenzione al mondo germanico. È autrice, tra l’altro, del volume «Una chiesa di frontiera. Le istituzioni ecclesiastiche veneziane nei secoli VI-XII» (Il Mulino,1994).