Questo libro riguarda Firenze e il suo dominio territoriale (comprendente nel Quattrocento gran parte della Toscana) e ha come tema di fondo quello del compromesso fra potere civile e papato per la gestione politica della sfera di autonomia giuridica della chiesa. Esso viene illustrato nei suoi tre aspetti principali: conferimento dei benefici ecclesiastici fra curia romana e diocesi toscane; amministrazione della giustizia fra tribunali della repubblica e tribunali vescovili e papali; esercizio del prelievo fiscale per iniziativa della repubblica e del papato sul clero locale. L’esame delle concrete vicende istituzionali in un contesto di compenetrazione e reciproco condizionamento fra mondo civile e mondo ecclesiastico offre un interessante contributo sia allo studio dell’affermazione e della natura dello stato nella prima età moderna sia alla conoscenza della storia toscana nel Rinascimento. Il problema del governo dello stato si presenta particolarmente complesso per la repubblica di Firenze nel Quattrocento, perchè una famiglia privata - quella dei Medici - vi costruì un potere non ancora ratificato sotto il profilo costituzionale.

In questo libro l’autore mostra come proprio l’ingerenza esercitata di fatto dai Medici negli affari ecclesiastici e nei rapporti con Roma abbia accentuato l’atteggiamento compromissorio dell’autorità civile verso la chiesa, e insieme costituito, già prima dei pontificati cinquecenteschi di Leone X e Clemente VII, una delle componenti essenziali dell’opera di consolidamento della dinastia familiare.

Roberto Bizzocchi è ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha pubblicato il libro «La ‘Biblioteca Italiana’ e la cultura della Restaurazione.1816-1825», Milano, 1979.

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