L'entrata in guerra dell'Italia nel 1915

Johannes Hürter, Gian Enrico Rusconi (edd)


Collana: Quaderni
Numero: 78
Editore: il Mulino
Città: Bologna
Anno: 2010
Pagine: 211

Cartaceo

Prezzo: € 17,50
ISBN:978-88-15-11107-4

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Libro

Gli italiani hanno un rapporto difficile con la guerra. Anche con la guerra che hanno sentito più intimamente, nel bene e nel male: la Grande guerra. Essa è rimasta nella memoria collettiva come «la nostra guerra». Così l’hanno chiamata gli interventisti nel 1915, ma è diventata tale soltanto quando l’hanno fatta propria milioni di uomini, magari maledicendola, nelle trincee. Una guerra che avrebbe creato un enorme potenziale di identificazione nazionale ma che – in fondo – non era desiderata, salvo che da una irruente minoranza, intimidente e seduttiva. Ciò che spinge nella primavera del 1915 alla guerra il governo nazional-liberale di Antonio Salandra e di Sidney Sonnino non è soltanto il desiderio di liberare le terre italiane «irredente», di completare l’opera risorgimentale o di emancipare i popoli danubiani e slavi dalla prigione dell’autocrazia asburgica – come dicono gli interventisti democratici – ma è soprattutto la volontà di conquistare per l’Italia lo status di «grande potenza» nell’area adriatica e balcanica. È un gesto di politica di potenza forte e pieno. È un atto del tutto legittimo secondo la logica geopolitica del tempo. La guerra è dunque voluta e imposta dall’alto dalle autorità istituzionali sotto la pressione di minoranze attive e prepotenti, al limite della legalità. Ma l’operazione di attivazione e mobilitazione dall’alto a favore dell’intervento funziona. La popolazione, inizialmente in gran parte perplessa e incerta, si mostra alla fine disponibile, remissiva, disciplinata. Fa un atto di fiducia nella propria classe dirigente. C’è l’attesa di una guerra breve, risolutiva, vittoriosa. Invece lo «sbalzo offensivo» promesso e atteso dai militari e dai politici nell’estate 1915 manca o fallisce miseramente. La guerra si rivela un azzardo.

Indice

Johannes Hürter e Gian Enrico Rusconi - Introduzione
I. Quadro storico
Gian Enrico Rusconi - L’azzardo del 1915. Come l’Italia decide l’intervento nella Grande guerra
Holger Afflerbach - Da alleato a nemico. Cause e conseguenze dell’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915
II. I militari
Nicola Labanca - Quale trauma dell’intervento per quali militari?
Holger Afflerbach - «Vani e terribili olocausti di vite umane». I moniti di Luigi Bongiovanni prima dell’entrata in guerra dell’Italia
III. Trentino-Alto Adige
Vincenzo Calì - «Terra di nessuno». Cesare Battisti, il Trentino e la disputa sui confini 1914-1915
Oswald Überegger - L’intervento come scenario di pericolo per la regione. L’entrata in guerra dell’Italia e le sue conseguenze nell’esperienza, nella percezione e nell'interpretazione della società tirolese di guerra

Autori

Johannes Hürter svolge attività di ricerca presso l'Institut für Zeitgeschichte di Monaco. I suoi campi di indagine riguardano la politica militare, le relazioni internazionali della Germania nelle età del Reich tedesco, della Repubblica di Weimar e della dittatura nazionalsocialista.

Gian Enrico Rusconi è ordinario di Scienza politica presso l'Università di Torino. Lo studio della storia e della società tedesche è una delle costanti della sua ricerca scientifica, accanto allo studio della politica e della scienza politica in senso stretto, ai problemi storico-politici dell'Italia contemporanea e alla questione dei rapporti tra laici e cattolici in Italia.

Parole chiave

  • Italia
  • Guerra mondiale
  • 1914-1918
  • Intervento

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