«L’impulso infinito dell’idealismo fichtiano può bensì non aver per base alcuna cosa in sé, così da diventar puramente una determinatezza nell’Io. Ma questa determinatezza è in pari tempo una determinatezza immediata rispetto all’Io, che la fa sua e ne toglie via l’esteriorità; è un termine dell’Io che l’Io può sorpassare, ma che però ha in lui un lato d’indifferenza per cui, pur essendo nell’Io, contien nondimeno un immediato non essere di esso». All’inizio della logica dell’essenza, Hegel imputa all’idealismo fichtiano «di non avere per base alcuna cosa in sé»: la filosofia di Fichte si risolverebbe lungo la dimensione soggettiva del conoscere, ovvero non riuscirebbe ad abbracciare la totalità delle implicazioni logiche e ontologiche del sapere assoluto.
Il presente volume prende in considerazione la questione del rapporto tra il sistema hegeliano e la filosofia di Fichte assumendo come punto di partenza l’avvicinamento di due delle opere più profonde, complesse e stimolanti della filosofia moderna: la Scienza della Logica di Hegel e il Fondamento dell’intera dottrina della scienza di Fichte. Tra le due impostazioni filosofiche emergono così i motivi di una contrapposizione decisiva per sondare fino in fondo le possibilità di riflettere sull’assoluto, di concepire in unità il sapere e di prospettare un agire comune.

Simone Furlani si è laureato in filosofia all'Università di Padova e ha conseguito il dottorato di ricerca in filosofia all'Università di Pisa. Ha studiato presso la Ludwig-Maximilian-Universität di Monaco di Baviera ed è stato borsista presso il Centro per le Scienze Religiose dell'Istituto Trentino di Cultura. Ha svolto attività di ricerca presso il dipartimento di Filosofia dell'Università di Padova.