Filone d'Alessandria e la sua importanza nel pensiero occidentale

Lucia Bolognani


Collana: Tesi CSSR
Numero: 310

Tesi

Istituzione: FBK - ISR Corso Superiore di Scienze Religiose
(Facoltà Teologica del Triveneto)
Tipologia: Tesi di Laurea Magistrale in Scienze Religiose
Anno Accademico: 2012 - 2013
Relatore: prof. Marcello Farina
Collocazione: i-14 020 0310
Consultazione: autorizzata
Pagine: 140

Abstract

La mia tesi riguarda l’importanza di Filone nel pensiero occidentale. Egli è un filosofo ebreo formatosi nella cultura greca. E’ nato ad Alessandria d’Egitto verso il 20 e morto intorno al 50 d.C. E’ poco conosciuto ma ha un’importanza storica notevole. Filone rappresenta il giudaismo alessandrino caratterizzato dal tentativo di unire fede ebraica e cultura greca. La sua originalità è nell’interpretazione allegorica del Pentateuco. Con l’allegoria cerca di trovare il senso spirituale di personaggi e fatti dell’A.T.
Per comprendere il pensiero di Filone ho suddiviso il mio lavoro in tre parti. Nella prima parte esamino il contesto storico nel quale è vissuto soffermandomi sul contatto tra ellenismo e mondo ebraico. Ad Alessandria avvenne la traduzione della Bibbia ebraica in greco, la LXX, base della sua esegesi. La sua famiglia era una delle più ricche della comunità ebraica; così poté avere un’ educazione raffinata e coltivare il suo interesse per la filosofia. L’Alessandrino ha una ricca personalità. Non è solamente un filosofo ma anche un mistico e un esegeta. Fu a contatto con i Terapeuti, monaci asceti che si dedicavano all’interpretazione allegorica della Scrittura e allo studio della filosofia. Guidò una delegazione a Roma dall’imperatore Caligola per difendere la situazione degli Ebrei.
La seconda parte della mia tesi riguarda l’analisi dell’opera De opificio mundi che racconta la creazione del mondo secondo Genesi 1-3 in chiave filosofica. Filone parla della doppia creazione del mondo e dell’uomo e dell’importanza del numero sette. I concetti che emergono sono che Dio è trascendente e non si può conoscere la sua natura. Tra Dio e il mondo ci sono degli intermediari: Il logos, le idee e le potenze. Nell’altro scritto, Le allegorie delle Leggi, parla della natura, del comportamento morale dell’uomo e dei suoi problemi nel Paradiso.
La sua allegoria assomiglia a quella della tavola di Cebete, un dipinto che presenta per immagini un itinerario dell’uomo per diventare virtuoso e raggiungere la felicità. I Padri Alessandrini, Clemente e Origene riprendono l’interpretazione allegorica e adattano alcuni concetti di Filone, come il Logos che diventa Cristo.
Nella terza parte concludo il mio lavoro parlando delle novità portate da Filone. La filosofia è a servizio della teologia (un concetto che verrà ripreso dalla Scolastica). Filone apporta dei cambiamenti alla filosofia greca: le idee di Platone diventano i pensieri di Dio e la morale un suo comando. L’uomo con la ragione non conosce Dio. La filosofia di Filone è un itinerario a Dio che l’uomo incontra solo riconoscendo la sua nullità. La vita felice è nell’unione mistica con Dio, un vivere con tutto se stessi per Dio piuttosto che per sé. La metafisica cristiana riprende i concetti di Dio che è amore e che comunica con l’uomo che ha una sua dignità, concetti estranei ai greci.
Nell’anno della fede la mia ricerca vuole essere una riflessione sul senso della vita.

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